Tradotto da Massimiliano Sfregola
Violazione sistematica dei diritti umani, per reprimere il movimento di protesta contro la creazione di miniere d'oro di Skuriés in Calcídia.
Secondo un documento "confidenziale", rivelato la scorsa settimana, lo Stato greco vorrebbe arrestare i tossicodipendenti al fine di schedarli.
Il deputato di Alba Dorata Ilias Kasidiaris è stato assolto nel procedimento penale intentato a suo carico mentre un altro procedimento penale è stato aviato contro un candidato del partito neo-nazista, in seguito a delle controverse dichiarazioni sugli immigrati.
Le reazioni della comunità accademica e malumori interni al governo, hanno reso tortuoso l'accordo sul piano di riforma dell'istruzione superiore "Athena".
1. Skuriés
Il rispetto dei diritti umani nel nord-est Calcídia, una regione del nord della Grecia, dove le tensioni tra il governo e la società "Oro greco" da un lato, e gli abitanti locali che si oppongono allo sviluppo del progetto dall'altro, ha registrato, questa settimana, un'ulteriore preoccupante sequenza di violazioni. Questa regione, a nord est del paese è teatro di un duro scontro tra istituzioni e comunità locale a proposito di un piano per l'estrazione di metalli preziosi. La polizia sta operando arresti arbitrari, costringendo i residenti a comparire presso il commissariato di Polygyros per interrogatori, molto probabilmente inerenti alla vicenda dell' incendio che ha distrutto le infrastrutture della miniera, nella foresta di Skuriés, lo scorso 17 febbraio. Olte 100, ad oggi, il numero totale di persone arrestate ma nessun fermo è stato poi convalidato. Attivisti e residenti, denunciano le tattiche intimidatorie messe in atto dalle forze di polizia che consistono in arresti arbitrari, senza capi d'imputazione. I fermati sono stati inoltre costretti a fornire campioni di DNA ed è stato loro negato il patrocinio di un legale. Alla pressione psicologica si aggiunge quindi la violenza fisica; uno studente di 18 anni sarebbe stato costretto ad autorizzare il prelievo di un campione del DNA, dietro minaccia di arresto qualora si fosse rifiutato. La polizia, ha detto lo studente, avrebbe inoltre ventilato la possibilità dell'utilizzo della forza fisica se il giovane avesse resistito. Secondo la legge greca, alla polizia non è consentito il prelievo di campioni del DNA a fermati, ai quali non fosse stato contestato un reato.
Il caso più scandaloso di questa settimana è stato quello di una studntessa di 15 anni del villaggio di Ierissos, che è stata convocata presso il commissariato di Polygyros, attraverso una telefonata a scuola senza che i genitori ne fossero stati informati. In seguito al clamore suscitato nel villaggio da questo caso e la protesta formale del padre della ragazza alle autorità, la polizia ha fatto sapere di non aver mai effettuato la telefonata nonostante abbia poi proceduto ad inoltrare al domicilio della giovane un invito formale a comparire per il giorno successivo.
La mattina di Giovedi, 7 marzo, un numero consistente di agenti in tenuta antisommossa, insieme con ufficiali del nucleo anti terrorismo e con i funzionari della sicurezza nazionale, è arrivato Ierissos per condurre perquisizioni. Quando i residenti hanno innalzato barricate per impedire agli agenti l'ingresso nel paese, la polizia ha risposto con il lancio di gas lacrimogeni. La polizia ha usato inoltre gas lacrimogeni nel cortile della scuola del villaggio, dove uno studente è rimasto ferito dalla deflagrazione di una bomboletta di gas che aveva lanciato. La polizia ha fatto sapere che l'uso di gas lacrimogeni è stato limitato, che non vi era stato alcun utilizzo nella scuola e che i problemi respiratori accusati da alcuni residenti erano dovuti ai fumi generati dalle auto bruciate. Le autorità hanno inoltre negato fermi o arresti, nonostante foto e video raccolti da testimoni oculari, raccontino un'altra storia. Intorno a mezzogiorno, nonostante la situazione sembrasse ormai normalizzata, la polizia ha proceduto a perquisire le abitazioni dei fermati. Più tardi, le forze dell'ordine hanno lanciato un nuovo attacco a danno di residenti in marcia e dei giornalisti a loro seguito.
Sono seguite altre perquisizioni e l'uso in strada di lacrimogeni, non ha risparmiato famiglie e bambini. Un bimbo di cinque anni è stato ricoverato per problemi respiratori.
Nel pomeriggio del 7 marzo è stata organizzata a Salonicco una protesta spontanea contro la miniera e in solidarietà con il popolo di Ierissos. Un'altra manifestazione contro la miniera si è svolta Lunedi a Alessandropoli in Tracia, altra zona della Grecia settentrionale minacciata dll'installazione di miniere. I residenti di Comitati, Calcídia Kilkis e Thrace, riuniti in comitato, hanno dato vita ad una manifestazione a Salonicco che si è svolta Sabato 9 marzo.
Ma non è mancata una manifestazione a favore del progetto della miniera che si è tenuta Sabato scorso nel villaggio di Megali Panagia, in risposta alla grande manifestazione degli oppositori che si era svolta nello stesso luogo il 24 febbraio.
I manifestanti accorsi erano per lo più dipendenti di Oro Greco, della sede centrale di Aktor. I residenti più lontani, come quelli del villaggio di Stavros, al di fuori dell'area della miniera, hanno riferito di aver ricevuto per l'intera settimana, telefonate da parte della società mineraria e dal sindacato, affinchè prendessero parte alla manifestazione; almeno due siti di informazione, hanno utilizzato foto delle manifestazioni di protesta per illustrare il corteo a favore della miniera.
I residenti di Calcídia si oppongono al progetto di estrazione dell'oro perché, sostengono, causerà ingenti danni ambientali, impoverirà le risorse del suolo ed inquinare le falde acquifere. Distruggerà inoltre molti posti di lavoro nei settori di agricoltura, allevamento, trasformazione dei prodotti alimentari e nel turismo, effetti collaterali che si verificano a seguito di attività connesse alla miniera. Le loro affermazioni sono supportate dai risultati di diverse istituzioni scientifiche indipendenti, tra le quali il Ministero dell'Ambiente e la Facoltà di Agraria, l'Università Aristotelica di Salonicco ed il dipartimento di tecnologia di Grecia nella regione di Macedonia.
2. Operazione "Thetis": La schedatura dei tossicodipendenti ed il loro trasferimento ad Amygdaleza
Un documento "confidenziale" filtrato dal Centro Nazionale per la Salute (EKEPY), descrive l'operazione denominata "Tetide"; scopo di questa operazione è il fermo dei tossicodipendenti che si aggirano per il centro di Atene e la loro traduzione presso il commissarito di Amygdaleza" per la loro schedatura, ha rivelato il Giovedi il giornale "Efimerida Syntaktón ton" (Journal of Editors). Secondo il rapporto, trapelato nella notte di Mercoledi, questo progetto è stato messo a punto dalla polizia, in collaborazione con EKEPY. Secondo il piano, i tossicodipendenti dovranno essere trasferiti presso il centro di detenzione che opera in Amygdaleza per l'identificazione e la schedatura delle loro informazioni personali e mediche. Il personale coinvolto nel progetto, insieme alla polizia ed a EKEPY, viene dai Centri per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione (KEELPNO) con il supporto del Ministero della Salute.
Le reazioni sono state immediate: quattro centri di assistenza ai tossicodipendenti hanno risposto, con una dichiarazione congiunta: "In un momento in cui la crisi aggrava la situazione dei tossicodipendenti mentre sempre più persone cadono nel baratro della droga e vengono ridotte ai margini della società , ci si aspetterebbe che il governo rispondesse con misure di prevenzione, intervento precoce, trattamento e riabilitazione. Invece, questo tipo di politica punitiva che stigmatizza, mette alla gogna ed emargina, non dovrebbe avere spazio in uno stato di diritto. Questa misura dello stato greco, acuisce le disuguaglienze della società e aumenta le difficoltà dei tossicodipendenti". La Federazione dei medici ospedalieri greci ha manifestato netta contrarietà ai principi del piano "Thetis".
3. Golden Dawn
Dopo la rinuncia all'immunità parlamentare ed i conntinui rinvii, è arrivata Giovedi scorso, la sentenza per il processo intentato al deputato di Alba Doerata, Ilias Kasidiaris. Era accusato di aggressione, a danno di uno studente, nel campus universitario di Zografu, ad Atene e di aver preso parte ad una rapina.
Secondo l'accusa, Kasidiaris avrebbe partecipato ad un raid punitivo, concluso con un pestaggio e l'accoltellamento dello studente. Al giovane era stato rubato anche il documento d'identità. Il parlamentare, era stato coinvolto nell'indagine, in seguito alla deposizione di un teste, che avrebbe annotato il numero di targa dell'auto con la quale era stato condotto il raid. Dall'immatricolazione si era dunque risaliti all'identità del deputato di Alba Dorata. Il procedimento, si è svolto in un clima ostile; i sostenitori del partito nazista, non hanno fatto mancare minacce ed intimidazioni a testimoni ed avvocati dell'accusa. La polizia, secondo testimoni, avrebbe identificto tutti i presenti in aula che non facevano parte del gruppo di supporter di Alba Dorata. Una concentrazione antifascista si è raccolta fuori dal tribunale.
La Corte, alla fine, ha assolto il deputato per carenza di prove. All'uscita della corte, Kasidiaris si è scagliato contro la stampa: "Fino ad oggi, i canali televisivi pornografici (cosi ch la iamano la stampa, i deputati di Alba Dorata) sostenevano io fossi un ladro, un assassino ed un criminale. Ora sciacquatevi la bocca con questa decisione della corte".
Intanto le dichiarazioni di un altro esponente del partito nazista, riaccendono le polemiche; in un'intervista-shock andata in onda sul canale britannico Channel 4, Andreas Plomaritis, ha detto riferendosi agli immigrati: "Siamo pronti ad aprire i forni '. Per noi sono tutti uguali, dei subumani. A noi non importa nulla della loro esistenza." per concludere poi con la frase agghiacciante: "Li trasformeremo in saponette. Ma di quelle per lavare automobili e pavimenti perchè sulla nostra pelle potrebbero provocare eruzioni cutanee". Un pubblico ministero ha aperto un'inchiesta sul caso.
4. Il progetto "Athena" e le reazioni
Agitazioni, nel corso della settimana, nel mondo dell'istuzione; manifestazioni di protesta si sono svolte in diverse città della Grecia, contro la morte, la scorsa settimana, di due studenti a Larissa.
I due studenti, sono deceduti per asfissia a causa di una stufa artigianale, impiegata nella loro abitazione, in sostituzione del riscaldamento centralizzato, non più utilizzato a causa dei pesanti rincari del combustibile.
Cartelli con la scritta "ci stanno uccidendo", sono comparsi in ciascuno dei numerosi eventi che hanno avuto luogo la scorsa settimana in tutto il paese. Le proteste hanno posto l'accento anche sui tagli alla spesa e sul piano di riforma dell'istruzione superiore proposto dal governo. Di particolare interesse per le università è anche il piano di riforma denominato "Athena", una proposta che secondo il governo avrebbe lo scopo di migliorare la qualità della formazione universitaria, razionalizzando l'allocazione delle risorse, con la fusione delle facoltà e degli istituti di istruzione tecnica. Tuttavia, la comunità di istruzione superiore sostiene che il progetto è stato ideato sulla base di rapporti clientelari, piuttosto che di criteri accademici, e che comporterà lo spostamento di decine di migliaia di studenti, in giro per il paese, con un aggravio insostenibile dei costi per le famiglie.
Nel corso della discussione in Parlamento, il disegno di legge "Athena" ha aumentato le tensioni nel governo; Il PASOK e Sinistra Democratica si sono uniti ai partiti di opposizione, nel contestare il progetto e sollevare obiezioni. Le proteste degli studenti contro il piano, proseguiranno nei prossimi giorni, in tutte le città greche.
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